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    a proposito di sirene…

    sirene in piscinaE a proposito di sirene, mi permetto di riprendere l’intervento di Vittorio da Rios… sempre pieno di riflessioni e indicazioni… questa volta pieno, anche di dolcezza… con un grande grazie… ecco:

    Le Sirene. Le Sirene in fondo stanno sempre nel nostro inconscio, presenti e a cui ci rivolgiamo quando l’odierno squallore ci è insopportabile.Icona dell’opera di Omero fonte di inganni e tribolazioni per Ulisse.Figura della mitologia greco-romana rappresentante in aspetto di donna giovane e bella nella parte superiore del corpo e di uccello nella parte inferiore.solo nel medioevo in poi rappresentata invece con la parte inferiore a forma di pesce.Cui si attribuiva un canto melodioso e incantatore che attirava i naviganti per fargli perire nei gorghi del mare. Mitologia continuativa e prodroma degli effetti degenerativi fino all’oggi nel considerare l’universo femminile fonte e causa del “peccato”tentatrice e corruttrice dell’uomo.Di cui i testi fondativi le tradizioni religiose per irrazionali e dogmatiche interpretazioni ne sono causa e fonte principale. Mio padre che non aveva letto Omero né aveva sentito il bisogno di comprendere la mitologia greca-romana,aveva però una sua idea positiva da saggio e pratico contadino delle sirene che non avevano i denti aguzzi ne erano portatrici di inganni e distorsioni tra uomo e donna, e portava un grande rispetto.quanto attenzione.

    Debbo a lui l’antico amore per il Piave non quello sacro e rosso di sangue, ne quello che infuriato crea devastazione e allagamenti a quest’ultimo mi diceva sopratutto per la piena del 66 dobbiamo comprenderlo fa quello che può contiene fino al limite poi tutto trascende le suo capacità di contenimento e perché no di protezione e allora tutto tracima e dilaga.Maggio giugno sono mesi di una stagione feconda in campagna,gli alberi sono ricoperti di foglie le viti germogliano e si può già intravedere come sarà il futuro raccolto, già la semina di mais e frumento è avvenuta.Ma il Piave conservava ora non più all’epoca della mia adolescenza e giovinezza un fascino particolare una sua musicalità prodotta da piccole sirenette positive non ammaglianti e fautrici di cattivi presagi.Questo accadeva nei mesi di fine maggio e giugno.Mio padre mi prendeva per mano assieme a mio fratello molto più grande di me e a sera inoltrata con la luce di un faro a acetilene ci conduceva all’interno dell’alveo del Piave dove scorreva limpido dolce e sereno in pochi decimetri di acqua.E ci faceva stare seduti in religioso silenzio per un tempo indefinito; non c’erano cellulari ne si portava orologi, Poi nel totale silenzio rotto solo dal gorgoglio dell’acqua che giocava tra i sassi si udiva una frastuono improvviso a qualche decina di metri da noi migliaia di piccoli dolcissimi pesciolini. “Le Marcandole dolci del Piave” andavano in amore a consumare il loro rito procreativo.a depositare le uova dove i maschi avevano prima depositato il loro seme.Ecco rimanevano a udire questo fruscio melodioso incantati da tutto ciò che era intervallato da totale silenzio a scatenamento improvviso che assieme ai gorgoglii dell’acqua tra in sassi produceva un originale frastuono melodico Ora tutto questo non so so se ancora si ripete credo di no.Al dolce canto delle sirenette del Piave, si è sostituito quello descritto da gatto randagio e i tanti denti aguzzi che ritroviamo nelle infinite e infelici contrade del mondo.Grazie Francesca per questa tua immersione nella piscina delle sirene “ma dai denti aguzzi” Che mi ha fatto rimembrare le mie dolci e serene serate in compagnia del Piave e delle sue sirenette. Un abbraccio.” vittorio da Rios…

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