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    Canili…

    E oggi che “per tradizione” le carceri si affollano di visite di uomini politici, una lettera di Carmelo Musumeci, dal carcere di Spoleto. Con una premessa, citando Arthur Schtnizler: “Quando l’odio diventa codardo se ne va mascherato in società e si fa chiamare giustizia“. Voci da dentro, dunque, per tutti noi che siamo ancora fuori. E buon Ferragosto…

    Si sta discutendo l’esame del disegno di legge riguardante l’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a un anno. Probabilmente i politici a giorni lo approveranno perché non ne possono fare a meno dato che le carceri stanno scoppiando dal sovraffollamento. Ma non credo che ci fosse bisogno di una legge per applicare altre leggi, perché se la magistratura di sorveglianza applicasse le misutre alternative, le galere italiane non sarebbero così stracolme, e poi perché non dare una possibilità anche a quei detenuti che sono da tanti anni in carcere? Ci sono uomini da più di vent’anni chiusi fra quattro mura, che fare di questi uomini?

    Molti di loro sono ancora recuperabili, forse più di quelli che hanno da fare un anno e che sono dentro da pochi mesi. Questo governo di centrodestra ha riempito le carceri di spazzatura umana per mantenere l’unica promessa elettorale del suo programma politico. Cosa che probabilmente farà anche il prossimo governo di destra, o di sinistra se vincerà le prossime elezioni. Sia il centrosinistra che il centrodestra sono d’accordo solo su una cosa: riempire le carceri come delle scatole di sardine e usare l’emergenza mafia per continuare a prendere voti.

    Per sconfiggere il sovraffollamento delle galere italiane, non serve costruire nuove crceri, basterebbe svuotarle. E per svuotarle basterebbe cambiare le regole sociali. Il carcere in Italia non è altro che lo specchio di fuori, dell’ingiustizia, della sofferenza, dell’emarginazione, della morte e degli avanzi dela società perbene e disumana. La riflessione di un’amica mi ha fatto amaramente sorridere:-Mi ha fatto effetto leggere la parola “cancello aperto”, in carcere si usa lo stesso linguaggio che si usa per gli animali”.

    Carmelo Musumeci,

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