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    Io ci sarò

    Io ci sarò, un libro che in Via dei Tigli immagino possa sentirsi un po’ come a casa, perché è storia di un viaggio che spezza le catene del timore e della rassegnazione. Storia di Ezio, ragazzo “speciale”, e della sua famiglia felicemente imperfetta, raccontata da mamma Letizia. Letizia Nucciotti, che per Stampalternativa ha scritto due libri di cucina che proprio solo libri di cucina non sono, pagine direi piuttosto di alchimie di vita, e che qui si dichiara felicissima “dell’essere riconosciuta non perché barista, veterinaria, o autrice di un paio di libri di cucina, ma essenzialmente perché mamma di Ezio”, in un mondo dove la diversità è un marchio non facile da portare in giro, e spesso diventa prigione, magari prima ancora di sbattere contro i muri che noi altri ci affrettiamo a costruirvi intorno.  Insomma… la prima cosa che ti fa venire voglia di tenere fra le mani questo libro e riprenderlo ancora e ancora è il disegno in copertina. Ed Ezio, l’Eziolino che Io ci sarò, è tutto lì. In quella casa-casa grande e rassicurante come un seno o un ventre di madre. Le cui mura sono zeppe zeppe di finestre e porte. Finestre e porte serrate come occhi chiusi, e pure con occhi qua e là in trasparenza che sbirciano stupiti, incerti e pure desiderosi di spalancarsi sul mondo. E il mondo intorno è un esercito infinito di insetti che sono forse coccinelle, tutte insieme in marcia a riempire la terra e il cielo, e anch’esse con occhi stupiti e un po’ persi ci guardano. Poi, superata l’ipnosi, qualcuna di quelle porticine si apre ed ecco: quadri che spuntano qua e là nel percorso dalla nascita di questo bambino speciale via via fino all’oggi, ma senza rispettare cronologie, e anche per questo spesso sorprendono. Insomma, nessuno si aspetti una biografia o un saggio o un manuale,(…) ma forse meglio di un manuale questa narrazione ci conduce per mano in un cammino che non  risparmia paure delusioni e dolore, ma che aiuta a sciogliere nodi. Per chi voglia scioglierli, naturalmente, guardandosi dentro e guardandosi intorno… Con molta delicatezza e pudore, anche quando di fronte a incontri di burocratica meccanica, si immagina la voglia sbattere pugni contro quei muri dietro i quali sembra che questa nostra società voglia sigillare ogni disabilità, ogni debolezza. Io ci sarò invita a non facilmente illudersi immaginando e aspettando quello che mai accadrà, ma piuttosto insegna la pazienza, la pazienza delle piccole cose soprattutto, che più di tutto, ci fa capire la mamma di Ezio, aiutano a non lasciare che la vita “scorra silenziosamente nascosta dietro porte e finestre ben chiuse”, come ancora troppo spesso accade. Soprattutto, un libro che a ogni pagina insegna il rispetto e a riconoscere il valore di ciò che è, non di ciò che vorremmo, e chissà a chi più fa male quel treno carico carico di aspettative. Sullo sfondo, e a volte in primo piano, i monti del senese e tutta quella folla di esseri che popolano i boschi e le radure lì intorno. Se ne sentono le voci, anche quando non si vedono. Gli squittii, i pigolii, qualche nitrito… E Io ci sarò è tutto, se preferite, in quel volo di rondine salvata dal camino che chiude il libro. Un libro che non si legge tutto d’un fiato ma che è bello riprendere a tratti e leggere assecondando il tempo che impone, imparando a riconoscervi tracce di casa. Almeno a me così è accaduto, forse anche perché quell’Eziolino l’avevo già incontrato, conosciuto che l’estate non era ancora finita, dolcissimo e gentile …

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