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    Maschere, una risposta…

    E’ presto, perché la maschera cada? Forse… Ma una risposta arriva dalle quinte di un palcoscenico, perché qualcuno, quella maschera, ci ricorda, ha già preferito gettarla…

    “Una maschera strappata ad uno di quei diavoli che fanno paura, tanta da trasformarsi in riso. Perché più forte sarà il terrore, più sfrenata sarà la festa, e più ricco sarà il raccolto. Pulcinella lascia l’inferno, e  attraversa l’Italia con la sua compagnia dei folli. Si ferma a Napoli. Rimedia una casacca bianca, larga, come quella dei facchini. Anche Masaniello era vestito così. Strilla ai potenti, con quella sua voce stridula. Diventa capocomico, e va persino a Parigi, alla corte del re. Si fa chiamare  Polichinelle, alla francese. Ma ,col tempo, si piega, e la paura e il riso si spengono nella ripetizione. Eppure  – racconta Eduardo – , un giorno, dopo tanti anni, il figlio di un Pulcinella vecchio e stanco, tornò ad Acerra. ( gettò la maschera ai piedi di suo padre e si avviò svelto) “Fermati figlio mio! Lu munno è malamente. Si vedono lu figlio di Pulcinella senza la maschera, l’accideno”. “ Meglio un figlio muorto cu la faccia pulita, ca nu figlio vivo con la faccia sporca…” ( senza aggiungere altro esce di corsa).” Daniela Morandini

    Guardandosi intorno. Cercando facce pulite…

     

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