Avrei voluto parlare di Pasqua e di resurrezioni, ma proprio non trovo ragioni..
Pensando piuttosto a Maria… ché alle immagini luminose, agli sfondi azzurri di cieli e spume di nuvole, al volto trionfante di luce dell’iconografia a cui rimanda la Pasqua dei cristiani, si sovrappone un volto di lei, che non riesco a mandar via… Ed è ancora il volto del venerdì santo, di quando, come si legge nel racconto di Nicodemo, Maria diede in un gemito profondo… “ma ormai figlio mio anch’io morirò con te”… e poi gridò di nuovo a gran voce… ai piedi della croce del figlio che muore…
Tutto sembra rappreso nel momento di quel gemito, e sembra difficile andare avanti a sfogliare le pagine del racconto, dopo aver visto e rivisto immagini che arrivano dalla Siria… e ascoltato quel grido da Ghouta… “vediamo i nostri figli diventare cadaveri”…
Dove è sempre venerdì di passione…
Domenica delle salme
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ‘’tua culpa”
affollarono i parrucchieri …
Suonerà un po’ strano, stridente forse ad alcuni… ma, sarà per l’assonanza con il nome di questo giorno che prelude alla settimana santa… sarà perché, se si è sempre un po’ tristi lasciando qualcuno, immaginate come lo si può essere pensando a dove lo si lascia se quel qualcuno vive in una delle nostre prigioni… ma il lamento del canto di De André mi ha accompagnato per tutto il tempo del ritorno verso casa, rientrando lunedì scorso da un incontro nel carcere di Parma con Claudio. Claudio Conte. 47 anni, 29 ( più di due terzi della sua vita) già trascorsi dentro, e per ora nessuna prospettiva di uscirne. Perché l’ergastolo in Italia questo è.
Fra le varie cose dette, ci siamo fatti naturalmente gli auguri di una buona Pasqua. Claudio
il treno
nell’ultimo numero della rivista “Una città”, la lettera di Giovanni Lentini. Davvero un bel racconto, che fa riflettere…
“Nel laboratorio teatrale da poco iniziato, mi è stato chiesto di immaginare e descrivere il viaggio che vorrei fare. Premesso che viaggiare è impresa difficile per chiunque per l incognite che sempre nasconde, cosa può accadere, chi si può incontrare… se poi si aggiunge che il viaggiatore è un ergastolano che dovrà vivere da recluso per sempre, perché il suo fine pena è mai, il viaggio diventa ancora più difficile da immaginare, perché tanti anni di detenzione secondo me non illuminano la mente, anzi a mio avviso atrofizzano non soltanto i sentimenti, ma anche l’immaginazione più profonda.
Detto ciò, il mio viaggio immaginario è quello di tornare in libertà, a casa dai miei cari. Purtroppo sono tanti anni che immagino di essere fermo in una sala d’attesa di una stazione ferroviaria, ad aspettare il treno che mi riporta a casa. A volte questa stazione sembra abbandonata, a volte affollata di pendolari che si affrettano ognuno a prendere il proprio treno.
Io invece mi vedo fermo, immobile, mentre cerco di guardare con attenzione il cartellone che indica l’orario di partenza del mio treno.
Il decoro nel cassonetto
“… e più di tutto vorrei che scomparisse, sprofondata nel più profondo degli inferni, la parola “decoro”, che non capisco più. Mi avevano insegnato fosse cosa buona, qualità dei nostri pensieri e gesti. E’ diventata spada da brandire contro la povertà di questi tempi bui e disperanti”. Gatto Randagio all’inizio dell’anno aveva espresso questo desiderio…
Ma il decoro, diventato per decreto inquietante parola d’ordine, produce i suoi frutti amari…
“Dovrò conservarlo per tempi migliori, quel mio desiderio…”, ha pensato il Gatto leggendo della decisione del comune di Genova di multare chi rovista nei cassonetti…
Ora in Scena! Paolo Rausa con Ovidio a Roma…
Un appuntamento…
La Compagnia Ora in Scena! a Roma il 24 marzo ore 18 con le ‘Metamorfosi’ di Ovidio e il Mondo Estremo, omaggio al poeta nel bimillenario della morte,
Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio, via Aldovrandi 16 (Villa Borghese, c/o Museo Civico di Zoologia) in collaborazione con Associazione pugliese di Roma e Associazione Regionale Pugliesi Milano e il patrocinio della Ambasciata di Romania, in ricordo di Tomi (ora Costanza sul Mar Nero), dove Ovidio fu esiliato senza poter far ritorno in patria. Ideazione e regia di Paolo Rausa, aiuto regia Ornella Bongiorni. Coreografie: KALIMBA STUDIO DANCE con Carmen Kalimba, Giusy Pede e Samia El Zein. Interpreti: Massimo Loiacono, Vito Rubano, Paola Matesi, Tiziana Trenti, Armando Pisanello, Antonietta Nava, Dido Defendi, Alberto Bene e Giorgia Carluccio. Il giorno dopo a Sulmona, sua patria natale. Info: 334 3774168.
Marina e Lucia…
Oggi vi voglio parlare di Marina e Lucia, dopo che ne ho letto persone per me difficili da dimenticare.
Marina, che quando nacque, nel 1914… “nella situazione di disagio dei tempi della guerra e nella povertà diffusa che non risparmiava la sua famiglia, era un ben piccolo problema il fatto che alla nascita avesse dei genitali un po’ diversi dalla norma. Ma il ‘pisellino’ c’era, e quindi maschietto. Nome: Enrico. Così avevano deciso per lei”. E all’anagrafe è Enrico Ferrari.
Lucia, nata quasi mezzo secolo dopo, che ha conservato il ricordo di quando da piccola vedeva “la Marina” passare davanti ai tre negozi alimentari che servivano la zona della case popolari di Arco, per alcuni ancora “el Marina”, che un po’ tutti conoscevano nella zona del Basso Sarca, lassù, nel Trentino… E come dimenticare quel volto mite e appena sorridente, tante rughe e occhi chiarissimi, sotto i bizzarri cappelli, e quelle sue gonne a fiori…
La raccomandazione delle madri era: “non avvicinatevi alla Marina”.
Ma Lucia, Lucia Calzà, a Marina si è avvicinata tanto,
La disegnatrice di porcellane
Mario Cabras è persona detenuta che ho conosciuto nel carcere di San Gimignano. E la sua passione per la scrittura è immensa. Cabras ha scritto gialli, un romanzo storico, anche… E’ da poco uscito un suo nuovo romanzo, La disegnatrice di Porcellane, di cui avevo letto il dattiloscritto quando era ancora in cerca di editore. PM Edizioni l’ha accolto nel suo catalogo. Non trovo modo migliore per parlarne che facendovi leggere la bella prefazione scritta di Maria Rosa Tabellini, dell’Università di Siena, che fra le tante cose, nel carcere di San Gimignano è responsabile di seminari sulla scrittura e dintorni…
“Vivere storie e mondi lontani e disparati. La scrittura di Mario Cabras
Si può ben dire che chi scrive – e in parallelo chi legge – vive molte vite e abita molti orizzonti: tanti quanti sono gli orizzonti entro i quali i personaggi si muovono. Lo dimostra questo libro scaturito dall’inventiva di un autore in cui la passione per la scrittura fornisce il motore per vagare con il pensiero ben oltre il breve perimetro della sua isola d’origine, e da quello ancor più limitato della sua attuale condizione esistenziale: muri alti di cemento, porte di ferro, finestre blindate che si affacciano su altri muri uguali e identiche finestre.
La disegnatrice di Porcellane è un romanzo complesso e avvincente, dove si incastrano,
Cercando Ofelia
Dopo la terribile strage di Latina… Ogni volta sembra che la tragedia ci colga di sorpresa… Eppure,
provate a digitare in rete due paroline. “Orrore” e “famiglia”… l’elenco che salta fuori ve lo risparmio, ma c’è da restarne raccapricciati, e non c’è paese o ceto sociale che si salvi. Inferni familiari…
“Io ho dato latte e so quanto è dolce amare il bambino che ci sugge il seno e tuttavia gli avrei strappato il capezzolo dalle tenere gengive nel momenti stesso in cui mi sorrideva e gli avrei spezzato il cervello, se lo avessi giurato”. Così Lady Macbeth… e chi meglio di Shakespeare ha saputo esplorare l’animo umano, anche nei suoi più cupi recessi. E meglio non poteva fare Antonella Lia, psicologa, psicoterapeuta, da anni impegnata contro la violenza in famiglia, scegliendo citazioni dalle opere del drammaturgo inglese a far da esergo a ogni capitolo del suo nuovo libro. “Cercando Ofelia” (edito da NulloDie).
Da quando ho letto il suo primo lavoro,
La quercia il Gatto e Maddalena …
Vedete quest’albero piegato dal vento? E’ una quercia… “Albero forte, centenario, piegato dal maestrale, con le radici anche scoperte ma forte e vivo, che nonostante le difficoltà e le intemperie resiste….”. Così racconta Maddalena, che ne ha fatto il simbolo della sua casa, Casa Madda, a Selargius, sul confine di Cagliari, dove mi ha ospitato la settimana scorsa. Sì, perché l’altra settimana Gatto Randagio è tornato in Sardegna. Come mancare all’appuntamento di Buon compleanno Faber… così magistralmente e simpaticamente orchestrato da Gerardo Ferrara, il padrone di casa della manifestazione costruita intorno alle canzoni di De André…
Ma mi perdonerà Gerardo se questa volta non parlerò di lui e neppure dei tanti temi che si sono dipanati fra incontri mattutini nelle scuole e serate a Cagliari e dintorni, e neppure dei tantissimi suoi ospiti… che ognuno meriterebbe pagine …
Il fatto è che questa volta Gatto Randagio ha passato tutto il tempo praticamente acquattato sotto le gonne di Maddalena. Maddalena Senis,
abbracciati alla luna…
Accendendo, ieri sera, il computer dopo un breve tempo d’assenza, dopo due giorni di incontri, parole, allegria, anche… mi si è fermato il cuore leggendo della morte di Bea… otto anni e una malattia rarissima, tanto rara che nemmeno sembra abbia un nome, che l’aveva ingabbiata in un corpo immobile… E proprio non mi riesce di andare oltre e raccontarvi quello che avevo da raccontarvi a proposito del mio bel viaggetto. Ci sarà tempo.
Oggi, permettete, un pensiero per Bea che, come ricorda il padre, è stata una bambina coraggiosissima, che amava la musica, la danza e mai si lamentava…
“Come tutte le storie che racconta Erik anche questa dev’essere stata una storia bellissima, per quanto dalla luna la sua voce non si udiva… “. L’articolo di giornale che parla della bambina, mi è stato mandato, accompagnato da questa dedica, da Daniela Messi (e davvero la ringrazio per avermi fatto partecipe), che cita un passo di un bellissimo libro che aveva curato per Angolo Manzoni (interessante casa editrice che purtroppo non c’è più): la “Brevissima storia di una bambina e una gatta che volevano vivere aggrappate alla luna”.
Tornare a parlare di questo libro mi sembra la cosa migliore per ricordare Bea e tutti i bambini coraggiosi