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    Sassi

    Il racconto di  Alba Re. Il sasso e la luna. Un racconto sul silenzio e sulla voce, soprattutto sul desiderio di sentirsi parte di una comunità condividendone li linguaggio. Provando a far parlare la cosa più impenetrabile e muta che si possa immaginare, pensate un pò, un sasso… Ma nelle fiabe tutto è possibile. Dunque.

     

    C’era una volta un grande stagno in cui vivevano rane, ranocchi, ranocchiette verdi che gracidavano contenti giorno e notte. (cra…cra…) Sulle rive di quello stagno c’erano molti sassi: grandi, piccoli, rotondi, ovali, lisci e ruvidi, grigi, bianchi… insomma di ogni forma e misura… E fra questi ce n’era uno, ben modellato dall’acqua e dai venti che soffiavano raso terra, che aveva un gran desiderio: poter gracidare, come le rane nelle notti d’estate. Desiderio che sapeva irrealizzabile… tutti sanno da che mondo è mondo, che i sassi sono muti. Ma lui non dimenticava mai di chiedere alla luna di esaudire il suo sogno… e notte dopo notte… la supplicava…

     

    E venne una notte in cui la luna era così piena e rossa e luminosa da sembrare un sole di fuoco… si stava preparando qualcosa di straordinario… una notte d’eclissi…  sapeva, la luna, che l’ombra della Terra abbracciandola, l’avrebbe oscurata… lo sapevano le stelle, e la via lattea…e Sirio… e nei cieli era tutto un gran fermento… Lo sapevano anche le rane dello stagno, perché c’è una voce che parla a tutte le creature dell’universo. E venne l’ora in cui la terra dolcemente investì la luna, la accarezzò, la baciò, la coprì tutta. La luna era al settimo cielo, felice di questo momento magico. Tutte le creature dello stagno trattennero il respiro…

    Poi la terra iniziò a sciogliere il suo abbraccio, e la luce della luna tornò a poco a poco di nuovo a illuminare la notte. Un raggio arrivò anche sullo stagno, dove le rane, i ranocchi, le raganelle verdi e perfino i rospi ripresero a gracidare in coro… (cra cra)

    La luna, rivide nella luce di quel suo primo raggio lo sguardo implorante del sasso e ricordò la sua muta, quotidiana preghiera. E avvenne il miracolo… il sasso ebbe un sussulto e all’improvviso iniziò a gracidare… Nemmeno lui sapeva da dove usciva quel suono, ma era proprio quello che aveva aspettato per tantissimi anni. Faceva cra cra come tutti gli altri abitanti dello stagno ,e anche i girini nati da poco si sbalordivano per quella voce che non assomigliava a nessuna delle voci delle loro madri. Sembrava quasi una melodia, un cra-cra dietro l’altro,… cra cra sembra quasi sentire la sua nuova voce… comporre un canto di gioia…

    Finita l’eclissi, le stelle terminarono il loro concerto in onore della notturna signora e tutto sembro’ tornare come sempre. Anche il sasso sentì che la voce lo stava abbandonando ma era così felice di aver gracidato che senti’ di essere anche lui come una rana, sì, una di quelle belle rane verdi con il manto così brillante. Il suo sogno era stato esaudito e fu felice di essere stato il primo sasso parlante o, per meglio dire, gracidante della storia  e per il resto della sua vita, che fu lunghissima come quella di tutti i sassi e di tutte le pietre di questo mondo, fu guardato con infinita ammirazione dai suoi simili… tanto che fra i sassi la sua leggenda dura ancora adesso.

     


     

    Possedere un linguaggio. Pensando al sasso, da quale pulsione nasce un desiderio così forte, da quale bisogno…

    E a Babele Dio punì l’arroganza degli uomini frantumando il loro linguaggio… impedendo o rendendo difficile la comunicazione fra loro…

    Restando in una fiaba, e pensando alla Sirenetta di Andersen, che perde la voce…ed è la sua rinuncia in cambio di un paio di gambe per stare vicino all’uomo che ama… ma il suo silenzio è una delle cose più penose del mondo delle fiabe…

     

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