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    Viaggiatori inattesi

    Alla memoria di mio padre, dolce e coraggioso viaggiatore inatteso…. E’ la dedica del bel libro di Carlo Lepri, che è psicologo e da anni è impegnato sui temi dell’integrazione lavorativa e sociale delle persone disabili. Viaggiatori inattesi, appunto, edito da Franco Angeli. Un libro che ci porta per mano in un cammino nello spazio e nel tempo sulle tracce di quella che è stata e che è la storia di quei viaggiatori inattesi che sono le persone disabili. Perché viaggiatori inattesi? Per sottolineare, ci spiega Lepri, che intanto di viaggiatori come noi si tratta, nel viaggio esistenziale di questa che è la nostra vita; e la cui presenza mai, in un modo o nell’altro, ci lascia indifferenti. E la premessa da cui si parte è  l’esigenza di senso. L’impossibilità di prescindere dal rispondere a una domanda: chi sono io… citando anche Sartre: per ottenere una verità qualunque sul mio conto bisogna che la ricavi tramite l’altro… Già, perché dove possiamo trovare una risposta piena di noi, se non nell’immagine che di noi è riflessa negli occhi e nell’animo di chi è accanto, di chi abbiamo di fronte. E questo è tanto più vero per le persone che hanno una qualche fragilità. Le immagini e le spiegazioni nel libro si rincorrono ricche e affascinanti. L’effetto Pigmalione, ad esempio… (…) che bene si capisce nel rapporto fra insegnante e allievo: se un insegnante ha un’immagine positiva di quello che l’allievo è, delle sue potenzialità, è diffcile che l’allievo non cerchi di rispondere e corrispondere a quell’immagine. Insomma, dice Lepri, è nel rapporto tra singoli e gruppi che si generano i percorsi identitari  e che ci facciamo umani, o disumani, gli uni con gli altri. Il libro è un ricchissimo viaggio nella storia dell’uomo per raccontare le immagini attraverso le quali “l’inatteso” viene socialmente riconosciuto. Semplificando, Lepri identifica sei immagini, dall’atteggiamento eugenetico dell’età classica passando per il messaggio cristiano, all’idea del buon selvaggio in qualche modo da rieducare, alla medicina moderna, al disabile come bambino da accudire, alla persona, finalmente, con diritti, e doveri, come chiunque altro. Un punto d’arrivo, maturato negli ultimi trent’anni, che però negli ultimi tempi sembra scricchiolare, e proprio perché preoccupato dei brutti segnali che oggi emergono qua e là, Lepri ha voluto scrivere di questi nostri inattesi compagni di viaggio. Perché le rappresentazioni che del disabile si sono avute nel tempo, con tutti gli atteggiamenti conseguenti nei loro confronti, si sono modificate e sono certo evolute, ma pure a tratti ritornano. Perché alcune immagini sono rimaste con forza nell’inconscio collettivo. E così le teorie eugenetiche dell’età classica sono tornate con il nazismo… e così, immagini rimaste nel fondo profondo della nostra anima e del nostro cuore, rischiano, ancora, di riaffiorare, soprattutto nei periodi di crisi economica, quando sono sempre le persone più deboli, e in ogni campo, a farne le spese. E basta guardarsi intorno per, ancora, tremare… Ma Lepri, pure, sottolinea la malleabilità delle trasformazioni, per indicare anche una strada possibile per ricondurre a noi persone che abbiamo posto, dice, ai confini del nostro universo. Insomma, un libro tutto da leggere, da studiare, anzi, da far girare nelle scuole, anzi…

    Viaggiatori inattesi, Carlo Lepri. ed. Franco Angeli.

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