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    Madri….

    A proposito di “Esercizi sulla madre”, Vittorio da Rios ci accompagna in un viaggio fra letture, storia, cronache…. di storie di madri….

    “Stimolato dal racconto ho ripreso in mano un testo di valore assoluto: Mauro Cameroni, L’HANDICAP DENTRO E OLTRE (Feltrinelli 1983) ,con una straordinaria prefazione di Giovanni Berlinguer. Sconsiglio la lettura di questo libro, rileva Berlinguer, agli handicappati morali, una categoria più numerosa, purtroppo, degli handicappati fisici e mentali, e certo più influente; spesso meno recuperabile. Lo sconsiglio anche agli ipercritici pronti a catalogare come ingenuità l’espressione di forti sentimenti. Essi storcerebbero il naso di fronte a invettive, denunce, appelli e utopie che si susseguono tumultuose in queste pagine. Mauro non ha scritto per loro. Ha faticato e si è tormentato, invece, per comunicare con quelle persone, “la maggioranza, o almeno una minoranza crescente della popolazione” che hanno qualche grado di sensibilità umana e che sono disponibili a portare al livello della coscienza temi e argomenti solitamente rimossi. Mauro Cameroni, nato a Roma nel 1953, è stato colpito all’età di due mesi da una paralisi cerebrale infantile che gli ha lasciato gravi ed irreversibili handicap motori. Ebbe un pessimo rapporto con il padre che lo riteneva un peso, solo un problema. La mamma invece si accorse delle qualità e fu lei a insegnare a leggere a lui che non parlava e non avendo il controllo degli arti sia inferiori che superiori non poteva scrivere. Ma la mamma con rudimentali strumenti, era di origine proletaria, gli impartì le prime, fondamentali nozioni del sapere. A tal punto che Mauro, pur in condizioni di inaudita sofferenza spastica con continui contorcimenti della testa e degli arti, si laurea in medicina e chirurgia con il massimo dei voti con specializzazione in neurofisiopatologia. Una madre straordinaria che gli ha dedicato la vita. L’ho conosciuta quella donna, come Mauro, quando fu organizzato a Susegana comune trevigiano della sinistra Piave un incontro in occasione della presentazione del suo libro. Ecco le madri eroiche da ricordare sempre. E come non avere oggi un pensiero per la moltitudine di madri che consumano la loro tragica esistenza per garantire un po’ di cibo alle loro creature che popolano le sterminate Baraccopoli presenti in Africa, e nelle Bidonville latino americane e in molti paesi asiatici. Ricorda Alex Zanotelli, tra le moltissime cose viste e provate a Korogocho dove visse per 12 anni, nella più infernale delle oltre 300 baraccopoli presenti nella cintura periferica di Nairobi, la storia di Florence, bellissima ragazzina morta di Aids a soli 17 anni. A 15 costretta a prostituirsi per procurare oltre che un po’ di cibo le medicine per la madre si prende l’Aids. Morente cercano Alex che subito si precipita nella piccola e scura baracca dove sola come un cane stava morendo. “Karibu” benvenuto gli sussurra Florence e si mise a pregare il Dio madre e pregava per la mamma anche se da poco nella totale disperazione l’aveva abbandonata. Ricorda Alex che fu uno dei momenti più intensi e tragici che visse a Korogocho. Dimmi Florence che volto ha per te il Cristo? Chiese Alex, e allora il volto bellissimo di questa fanciulla si illuminò e disse: Alex sono io il volto di Cristo! E’ nei volti di tutti noi crocefisse e crocefissi da questo mondo ingiusto e infame che permette queste non vite, che trovi espresso il volto di Cristo. Ed è per questo che le “madri” che vivono nella sicurezza spesso ovattata della “tribù bianca” quando entrano nei negozi super lussuosi dove sono esposti i capi prestigiosi a prezzi che solo certi capaci portafogli possono permettersi della alta moda made “italy” dovrebbero chiedersi dove e come quei capi vengono prodotti, e come “altre madri” molto meno fortunate non appartenendo alla “Tribù bianca” vivono lavorano allevano le loro creature. Si deve sapere che una lavoratrice di un laboratorio del Bangladesh, che imprenditori privi di scrupoli locali gestiscono per produrre su commissione dei titolari dell’alta moda italiana ed europea quanto mondiale, percepisce tra i 30-40 euro al mese. E se qualcuna rivendica miglioramenti di salario e di condizioni lavorative corre il rischio di sparire per sempre. Ecco nel ricordo di oggi delle madri del mondo dobbiamo tenere presente questo. E soprattutto le molte madri ricche che vivono nel benessere della ” Tribù bianca” devono tenere conto di questo tragico discrimine nell’essere madri di milioni e milioni di madri che vivono lottano in situazioni non più sopportabili a una coscienza che si ispira a valori etico-civili degni di essere tali. Grande merito a Iris Luarasi intellettuale impegnata albanese responsabile della struttura che monitorizza la condizione della donna e delle donne madri in Albania che evidenzia in un libro uscito di recente “Donne D’Albania” come vi siano ancora, in zone agricole soprattutto montuose, forme di violenza domestica praticata sulle donne con percentuali ancora alte, dovute a forme e pratiche religiose tribali retaggio di forme feudali, nel concepire il rapporto uomo donna. Si pensi alle “Vergini Giurate”per esempio. Ora grazie a figure come Luarasi e molte altre straordinarie donne e intellettuali albanesi, le cose stanno cambiando seppur con fatica, ma le nuove generazioni di donne scolarizzate e acculturale sempre più numerose di numero stanno riportando la donna e l’Albania dentro i parametri democratici del diritto internazionale. Spianando la strada si spera in tempi relativamente brevi all’entrata del loro paese all’interno della comunità Europea, augurandoci tutti che sia ben più coesa e federale dell’attuale. Mi si permetta di ritornare al ricordo delle madri morte nelle tragedie genocidarie del secolo breve, e delle molte madri che vivono con poca acqua e cibo, in condizioni igienico sanitarie drammatiche. E ricordiamoci sempre che sono milioni e milioni. E ricordiamoci delle donne madri vittime spesso dei “CRIMINI DI SISTEMA”, che popolano le nostre carceri.E i bambini e le bambine che vivono all’interno delle carceri? Si può oggi definire democratico tale sistema? E che le ritualità come la festa della mamma seppur condizionata dalla Pandemia non siano solo una festa dentro i canoni economici-consumistici della “Tribù bianca occidentale”. Ma un’occasione per riflettere e dare sempre più incremento alla consapevolezza con adeguate azioni e strutture della urgenza di ristrutturare “radicalmente il sistema” in modo da porre ordine a un tale disordine economico sociale. Oltre la carità e la misericordia consolatoria di distribuire le briciole o quasi da parte del mondo della opulenza, ma garantire con la pratica del DIRITTO, la dignità ad ogni madre che diventa tale in un qualsiasi luogo del pianeta di vedersi assicurata la massima dignità di madre. Grazie cara Francesca a te dobbiamo gli stimoli e le ricerche che quotidianamente i tuoi scritti generosamente ci offrono” Vittorio da Rios

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