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    A proposito di bambini e del nostro inferno tecnologico

    A proposito di bambini e il nostro inferno tecnologico… l’intervento di Vittorio da Rios, che come sempre ringraziamo…:

    “Mi ero recato prima della Pandemia a far visita a Pasolini al cimitero di Casarza dove riposa a fianco della amatissima mamma. Era una tarda mattinata di un assolato sabato. Rimasi per alcuni minuti fermo a osservare l’originale tomba, per l’ennesima volta, e il pensiero velocemente a percorrere le sue opere vaste quanto profonde e originali. Le sue profetiche denunce sulla corruzione, sul degrado della società, sul rapporto mafia istituzioni, sul disastro antropologico compiuto dalla TV di allora che era rispetto a quella odierna “innocente”, e in alcuni programmi formativa. Ma Pasolini ne aveva intuito e colto l’evoluzione tragica quanto devastante nella formazione delle future generazioni. Fu grande profeta allora avversato quanto ignorato. Anni fa un illustre studioso e zootecnico il Prof Ballarini pubblicò un testo con questo titolo: “l’animale tecnologico” e come sotto titolo: ” e l’uomo costruì l’animale a suo uso e consumo”. Lo stesso è per i bambini descritti dalla carissima Francesca: Il paradiso “tecnologico” una variante dell’inferno come denunciato da Ceronetti. Ma proviamo a scavare un po’ in profondità. Cosa sta accadendo oggi nell’era catastrofale post moderna e in piena era atomica e ipertecnologica? I cinque o sei uomini più ricchi al mondo sono i proprietari del Web, hanno ricavi giornalieri impronunciabili e dispongono di risorse monetarie e di capitali enormi. Questo sistema si fonda e si rafforza sulla creazione di una massa di fruitori privi di coscienza critica e di capacita di analisi del presente. Guido Petter, al lemma “cognizione” da lui curato per la monumentale quanto originale Enciclopedia tematica Einaudiana, rileva che secondo una prospettiva psicologica la cognizione “tecnicamente è forse più preciso il termine attività cognitiva” sta ad indicare una sorta di ricostruzione interna della realtà, una ricostruzione che tuttavia travalica la realtà fisica nel senso che per certi aspetti la semplifica e la schematizza e per altri la estende e l’arricchisce, essa può verificarsi in forme diverse e a diversi livelli di complessità, ma in ogni caso svolge un ruolo fondamentale nei processi di adattamento o riadattamento dell’organismo all’ambiente. Ma mai come oggi possiamo constatare che le drammatiche sperequazioni sociali da un lato determinano infanzia e gioventù che vive nei privilegi e “orrori” della abbondanza materiale, dall’altro lato una sconfinata moltitudine di infanzia vive tra discariche e baraccopoli mancando di tutto. E tra questa moltitudine le comunità Rom e Sinti che vivono nelle nostre periferie in luoghi spesso fatiscenti con bambine e bambini che hanno nella loro brevissima esistenza una infinità di scombri spesso violenti quanto traumatici, senza riuscire a fissare nella loro memoria un luogo dove vivere in modo dignitoso e definitivo. Ma mentre la prole della Tribù Bianca o quantomeno la maggioranza si diletta a navigare spesso nel nulla del Web con tutte le conseguenze derivate, la prole della Tribù Nera armeggia mitra e pistole che noi Tribù Bianca gli procuriamo. I bambini “soldato”sono presenti purtroppo in moltissimi conflitti africani,vengono razziati nei villaggi dai guerriglieri e a un bambino anziché donarli un libro e una scuola dove formarsi gli danno in mano un fucile e gli indicano il nemico da uccidere. Bambini di 10-12-15 anni che hanno perso la conta delle loro vittime. Orrendo tutto questo. E causa di questa tragedia sempre gli interessi delle multinazionali che gestiscono per conto occidentale le materia prime di cui il continente africano ne è ricchissimo: petrolio,coltan, uranio, diamanti, cacao ecc. Il carissimo Silvestro Montanaro da poco scomparso ha come nessun altro giornalista d’inchiesta raccontato con il programma “C’era una volta” questo crimine dei bambini soldato, andando nei luoghi dove agivano, ha parlato con loro, li ha interrogati. Storie dolorosissime di sofferenze inverosimili patite da loro e dai loro famigliari, quasi sempre sterminati. Silvestro riusci a ottenere dal “comandante” dei ribelli il rilascio di tre bambini soldato. La scelta fu dolorosissima tra tanti, li portò in un centro gestito da religiosi che con degli esperti psicologi ne leniscono le sofferenze dai tanti traumi e ne seguono i processi di integrazione e formazione scolastica. La violenza fatta a tanta infanzia è spaventosa e non ci può che turbare e angosciare, quanto farci sentire tutti noi responsabili. Alex Zanotelli definisce la sua generazione, che è poi anche la nostra, “maledetta” perché lasciamo alle nuove generazioni un mondo di drammatica violenza, un sistema economico che “uccide” come denuncia Papa Francesco, e il pianeta che ci ospita gravemente compromesso. ” Vittorio da Rios

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