More

    Appunti di viaggio – 5

    Casablanca. Esattamente venti giorni fa.

    Venti giorni fa, ancora Casablanca. E’ ancora negli occhi lo stupore per la maestria dei 6000 artigiani che hanno lavorato alla Grande Moschea, alla gloria di un re che proprio non vuole essere dimenticato. Maestri da ritrovare nella precisa minuzia di giochi di colore. Da fissare in un punto qualsiasi, per perdersi nel vortice di geometrie dipinte. Di azzurro, verde, giallo, blu. Di incredibili voli di blu. Forse cobalto. E lasciarsi risucchiare come precipitando nello spazio di un magico caleidoscopio. Casablanca, esattamente venti giorni fa. Sono i tessuti di marmi, venuti da Venezia, insieme ai piccioni, che qui, al riparo degli intarsi delle volte, hanno deciso di vivere. In attesa, chissà, anche loro, della Verità che arriverà dal mare. Casablanca è la gente che nella notte, ancora calda, affolla bordi di fontane, viali di giardini, marciapiedi di polvere, e parla, e bisbiglia, e guarda in silenzio. In attesa, forse, che la notte sia lunga. Più lunga del giorno che verrà. E la notte si riempie di guaiti di cane straziato, di grida di un ubriaco disfatto e impazzito che qualcuno tenta di fermare,che qualcuno tenta di atterrare. E chissà per chi dei due, il cane, l’uomo, lo strazio si fermerà per primo. La notte è calda. L’uomo dopo un po’ viene portato via. Rimane il pianto del cane. Che non smette, neppure, quando il canto del muezzin chiama alla prima preghiera del giorno.

    Ultimi Articoli

    Il carcere, una casa morta…

    Il segreto del giardino

    La giornata della Terra

    Ancora Parole buone

    Archivio

    Tag

    Articolo precedente
    Articolo successivo