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    Contro il finepenamai

    COPURLANon so che programmi avete… fra il ponte dell’Immacolata e l’attesa della festa che verrà… forse già in molti, quelli che ne hanno possibilità e disponibilità, ad imbandire la tavola delle feste… fra fruscii di tovaglie, e tintinnar di piatti, di vetri e di posate…
    Non per rovinarvi questo assaggio di Natale, ma vorrei invitarvi a sbirciare in alcuni luoghi dove si è digiunato.
    Perché sono più di duemila trecento, per la precisione duemilatrecentotrentaquattro le persone che ieri non hanno toccato cibo, lì, al chiuso delle mura dei nostri istituti di pena. Da Trieste a Siracusa, da Oristano a Fossombrone, da Torino a Rossano… persone condannate all’ergastolo, ma non solo…
    E con loro moltissimi altri che, fuori le mura, hanno aderito a questa giornata di digiuno voluta dall’Associazione Liberarsi, che da sempre ha un sogno: l’abolizione dell’ergastolo in Italia. E dato che “è meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”… nel giorno dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, 10 dicembre, invita ad astenersi dal cibo. e comunque a partecipare ognuno come può, “secondo le proprie energie e le proprie disponibilità”.
    E siccome questo sogno lo ha anche Gatto Randagio, da sempre allergico ad ogni forma di contenzione, fisica e morale… ancora sono qui a parlare della disumanità di una pena senza fine. So che è difficile convincere chi non ha abbastanza immaginazione da comprendere quanto la pena dell’ergastolo sia disumana, ma almeno spero di far nascere qualche dubbio…
    Intanto, non ascoltate chi, molto in malafede, vi dice che l’ergastolo in Italia non lo sconta nessuno… ché siamo riusciti a costruire il mostruoso meccanismo dell’ostatività che tiene ben serrati al momento più di 1200 persone, milleduecento e più persone tanto cattive che ci siamo arrogati il diritto di negare loro persino il diritto alla speranza… e perché non ci siano dubbi, sul certificato di detenzione abbiamo stampigliato, data di fine pena, un surreale 99/99/9999… Surreale quanto crudele…
    “Potrei parlarvi di giustizia, di ingiustizia, di giustizia ripartiva, di ergastolo ostativo, quella pena che è solo un ricatto da parte dello Stato, perché se uno un giorno volesse tornare in libertà potrà farlo solo suicidandosi… ma a me la natura mi ha dato molta forza, tanta da poter superare tutto quanto di peggio e oltre può creare l’uomo, come il 4bis… ma per aprire una discussione su questi punti… non basterebbe il resto dei giorni di quei molti secoli che ancora mi rimangono da vivere (visto che la mia pena finisce nel 99/99/9999). Questi circa 9961 anni di carcere che mi rimangono da espiare…”
    Fra dolore e tragica ironia, le parole di Mario Trudu, alla soglia dei quarant’anni di carcere scontati e con la prospettiva, appunto, dei prossimi 9961 in una cella… Frugando nell’elenco dei duemilatrecentotrentaquattro digiunatori ho trovato anche il suo nome. E non posso che riparlare di lui, che tutti bene li rappresenta… Anche perché Gatto randagio è appena tornato da un altro appuntamento in Sardegna, ad Arzana, paese nel cuore dell’Ogliastra dove Trudu è nato, per parlare del suo bel libro, “Cent’anni di memoria”…
    E veniva quasi da piangere a leggere le parole che ancora una volta mi aveva affidato, lui che è lì a due passi, nel carcere di Oristano, e neanche questa volta ha avuto la possibilità di uscire per le poche ore dell’incontro … e qualcuno, mi hanno detto, fra il pubblico, davvero a fatica ha trattenuto le lacrime, mentre leggevo le parole di Mario che, ne ero certa, era con il pensiero, e forse qualcosa di più, lì fra noi.
    Ascoltate: “… in questo momento il mio stato d’animo è attraversato da varie sensazioni, belle e brutte, reali e irreali… se fossi presente e se non avessi paura di essere preso per matto, se avessi potuto materializzarmi lì tra voi, sarei salito sui tavoli, sarei saltato da una sedia all’altra, avrei invitato i bambini intorno a me e mi sarei rotolato per terra insieme a loro, e queste sono sensazioni meravigliose… Non vi parlo di quelle negative che mettono paura, e vi dico che non è mai stato facile mettermi paura… ma si vede che anch’io sono come tutti i figli di questa terra, soggetto come tutti al coraggio e alla paura. Credetemi, sono una persona normale come qualsiasi altro terrestre…”. Parola di Mario, Mario Trudu…
    L’emozione, domenica scorsa ad Arzana, è stata forte… per fortuna che accanto a me, ospiti del sindaco Marco Melis, ancora una volta, i soliti cattivi compagni di strada, Monica Murru l’avvocato, Gerardo Ferrara, giornalista e tante altre cose ancora… mentre la suggestione in bianco e nero dei ritratti dei centenari di cui Arzana va fiera si fondeva con la vitalità attenta dei tanti giovani e giovanissimi… e menomale che ancora la musica a fine serata, con Tonino Macis e Battista Bagnino, ci ha accompagnato, lenendo il pianto, come solo la musica sa fare, sulle strade della memoria…
    Disse Pietro Ingrao: “Io sono contro l’ergastolo prima di tutto perché non rie¬sco a immaginarlo”. E voi, riuscite a immaginarlo?
    Per aiutarvi vi invito a leggere le trentadue paginette di un Millelire per sempre, opuscoletto scritto proprio per questa giornata e qui liberamente scaricabile: http://www.stradebianchelibri.com/9999.html . Grazie a Strade Bianche di Stampa Alternativa, che percorre sentieri che si richiamano alle “strade bianche battute da partigiani, renitenti, disertori, banditi e briganti”… insomma ancora quella cattiva strada sulla quale, cantava de André, forse “non conviene venir con me ovunque vada… ma dove c’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno un amore…”
    Ma non è solo una questione di bontà, anzi non lo è affatto. E’ questione piuttosto di diritti e di diritto. Del diritto e dei diritti che ogni giorno muoiono soffocati nelle nostre carceri… Dove si è  digiunato…
    Il digiuno non fa rumore… ma vi è arrivato? Fra tanto tintinnar di stoviglie, vi arriva l’urlo di tutto questo silenzio?

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