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    Olivella

    La Sirena delle Rocce… ogni tanto ne combina una. Leggete un pò cosa è successo adesso, nel racconto di Daniela Morandini.

    Olivella si chiamava così, perché, quando nacque, suo padre aveva piantato un magnifico ulivo. Quando la bimba  diventò grande, incontrò Nicola: si sposarono e nacquero due bei fratellini. Furono felici per tanto tempo, ma un giorno, all’improvviso, il marito l’aggredì: “Tu mi hai mentito in tutti questi anni!” Olivella  non capiva. Lui, la prese per un braccio e la scaraventò per terra. Lei non ebbe neanche la forza di piangere. Urlando, Nicola, le ricordò di quel ragazzino che abitava vicino alla casa di suo padre: Oliviero.  “Tu l’amavi  -inveiva il marito – e mi hai sempre tradito con lui!” “Ma come…?.era un bambino… –piangeva  Olivella   Nicola non volle saper ragione. Folle di gelosia, giunse persino a cacciare i figli da casa, convinto che non fossero suoi. “Per questo ti chiami Olivella ! Per via di quell’uomo!” Bruciò  tutte le olive del suo campo, e sradicò l’albero che aveva piantato il suocero. Disperata, ogni giorno la moglie pregava la Sirena delle Rocce, che viveva  sul mare, sullo scoglio più alto. Una notte, la Sirena andò a trovarla. Faceva caldo, e si sedettero davanti alla porta a bere del vino fresco. Nicola dormiva, e le due donne si misero a parlare a lungo, sottovoce. La lunga coda di pesce, era appoggiata su due sedie di paglia…

    La sera dopo, Olivella  nascose il coltello del pane sotto al cuscino , e mentre il marito dormiva, gli  tagliò la testa. La portò sul balcone e vi piantò un ramo di quell’ulivo che l’uomo aveva strappato. I figli poterono tornare a casa, costruirono un frantoio e produssero tanto olio. Olivella, ogni mattina, andò al mare a portare un  cesto di olive sullo scoglio più alto.

    NOTA: la storia della testa mozzata l’ho presa in prestito da un’antica leggenda siciliana. In quel caso, una fanciulla  di Palermo, molestata da un moro, gli aveva tagliato la testa, e vi aveva piantato il basilico. La storia di gelosia retroattiva mi e’ stata raccontata.

    Daniela Morandini

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