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    Variazioni di luce e suoni, 2

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    Ed è lo stesso colore di luce del cielo di questo tardo pomeriggio scoppiato, appena un sospiro fa, di grigio di acqua e di grandine. Lo stesso colore di luce che ha trafitto le nuvole e adesso si dipana leggero. Fingendo di non sapere. Fingendo di aver già dimenticato il fragore dei tuoni e le ferite dei lampi. Ed è, ora, suono sospeso di flauto. Bugiardo.

    Variazioni di luce e suoni…

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    Un invito. Alla mostra, di Cristiano Morandini. A Valberg, in Francia, dal 1 al 9 d’Agosto.  Luce e Variazioni sul tema del “Paesaggio sonoro”, il titolo della mostra, che Cristiano Morandini, presenta così.

    "Prendendo spunto dalla definizione di “Paesaggio Sonoro” *le opere di questa esposizione sono il risultato di una ricerca sulla “luce” come soggetto, nelle sue molteplici manifestazioni naturali, all’interno del paesaggio inteso come luogo di stratificazione delle esperienze percettive. I concetti di "Altezza Durata Intensità Timbro", meglio conosciuti come componenti del suono si traducono nel linguaggio Pittorico in: Direzione Forma Tonalità Profondità';   la conseguenza diretta dell’applicazione alla bidimensione di questi componenti è la Trasformazione del dato “oggettivo”, che genera a sua volta il concetto di Variazione così come viene inteso anche  nella composizione musicale.

    e comunque…

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    …e comunque, sempre a proposito di luoghi della vita, ancora dagli aforismi di Kafka due indicazioni per iniziarla, questa vita: “restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio”. Buona domenica…

    Pensiero d’inizio d’estate

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    “Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te”. Inesorabili verità del pensiero di Kafka… dagli Aforismi di Zurau. Per chi si appresta e si affretta a partire…

    Da prete a cardinale

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    Di Paolo Farinella, prete, da Genova. Che si rivolge al cardinale Bagnasco. Ricevo e volentieri pubblico:

    Egregio sig. Cardinale, viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città. Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato – o meglio non ha trattato – la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

    Morgana

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    Adesso che l’estate è già qui, ed è per noi suono delle onde del mare… vogliamo raccontare una storia di incanto e illusioni… di una fata, che dal tempo e dalle terre lontane delle leggende del nord è arrivata fin da noi… camminando dolce e leggera come solo lei, sacerdotessa di Avalon, sapeva camminare… quasi sollevata a un passo da terra. Storia di Morgana, fata delle acque, … ancora  oggi chi è fortunato può vederla… nella luce rifratta d’agosto, … sollevata a un pelo dall’acqua, lì, sullo stretto, a due passi dalla riva di Messina. Sì, perché dopo aver condotto Re Artù, suo fratello, ai piedi dell’Etna, Morgana s’innamorò tanto della Sicilia , che non lasciò mai più questa terra e stabilì la sua dimora tra l’Etna e lo stretto di Messina, in quel luogo al quale i marinai non osavano avvicinarsi perché battuto da tempeste troppo violente. E lì innalzò il suo palazzo di cristallo, dove abita ancora oggi.

    Nudità

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    Un pensiero ai pensieri… inseguendo le parole delle Poesie di Eduardo. “Penziere mieje, levàteve sti panne,/ stracciàtev’ ‘a cammisa, e ascite annuro. / Si nun tenite n’abito sicuro, / tanta vestite che n’avit’ ‘a fa? // Menàteve spugliate mmiez’ ‘a via, / e si facite folla, cammenate. / Si sentite strillà, nun ve fermate:/ nu penziero spugliato ‘a folla fa. // Currite ncopp’ ‘a cimma ‘e na muntagna, / e quanno ‘e piede se sò cunzumate/ un’ànema e curaggio, e ve menate…/ nzerrano l’uocchie, primm’ ‘e ve menà!// Ca ve trovano annuro? Nun fa niente. / Ce sta sempe nu tizio canusciuto,/ ca nun ‘o ddice… ca rimmane muto…/ e ca ve veste, primm’ ‘e v’atterrà.”

     

    Scarpe

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    Le fiabe… dove sono…  Sono in ogni cosa, diceva Gianni Rodari, nell’albero, nel tavolo, nella sedia… nella rosa. Le fiabe sono una Bella Addormentata. Basta svegliarla e tirarla fuori… Ed è esattamente quello che fa Giampiero Pierotti, che ha scritto “Fiabe di ogni giorno”…, piene di poesia, piene di voci, suoni… piene delle piccole, grandi cose, che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni. Lampadine, sedie, sveglie, clacson, autostrade… che Pierotti, fa parlare … e allora, cominciamo con ascoltare cosa fa dire a queste cose che ogni mattina si lasciano mettere … sotto  i piedi… Sì, le scarpe, che il nostro autore si ferma a guardare davanti a una vetrina.

    sempre a proposito di parole

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    Eccone una nuova nuova. O meglio, vecchia come tante. E che come tante passava quasi in sordina. Anche perché non bella, diciamo la verità… come qualcosa di sgarbato, di poco armonico.  Ma ora, da qualche tempo, rimbalza qua e là con leggera disinvoltura… Eccola: Respingimento. Meglio Respingimenti. E sono, devono essere, si sente dire, cosa comune. Come dire oggi c’è il sole. E oggi, c’è stato un respingimento. La politica dei respingimenti, assicura il ministro deputato alla cosa, continuerà. E non c’è nulla di male… Forse, ma c’è qualcosa che suona male, in questa parola, come una nota stonata… Mano al vocabolario, allora. Alla voce respingimento, si legge: energico allontanamento, dal verbo respingere, allontanare prontamente, violentemente. Andiamo al soggetto che esercita l’azione del respingimento. Un termine che suona ancor peggio: respingitore. E che significa ( dal Devoto-Oli): responsabile di allontanamenti, o autore di rifiuti. Sì, proprio così, autore di rifiuti…

    Sogni

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    “Una volta i sogni degli uomini erano di legno. Quelli belli erano fatti di balsa, quelli brutti, gli incubi, erano pesanti come il ferro. Con i sogni gli uomini al mattino ci facevano il fuoco e si scaldavano la minestra. Dovevano però fare in fretta perché alle prime luci dell’alba viene Baku, il mostro che mangia i sogni degli uomini. Baku ha una lunga proboscide per infilarsi nel cervello attraverso il naso o la bocca di chi dorme. Ha zampe da leone e artigli d’aquila per afferrarsi al petto di chi dorme. Il suo corpo termina con una coda di bue, e con questa coda s’attorciglia al collo degli uomini, così che fa loro sputare i sogni prima che siano terminati. E’ per questo che molti sogni non hanno né testa né coda”. Spigolando da Il sonno della ragione, puntuali appunti, e molto di più, di Brunamaria dal Lago. Cercando un appiglio, per sogni andati a male…