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    Berlino, il voto, dunque…

    La cronaca incalza. Il voto dunque, esattamente oggi, venti anni fa…

    Berlin 18.3.90 La Germania dell’Est ha cominciato a votare.Questa volta, sul serio. Sono le prime elezioni libere dal 1933, dopo il nazismo e lo stalinismo. Quattrocento i deputati,ventiquattro le liste. In declino quelle avanguardie che hanno fatto crollare il Muro. Forti, invece, i partiti con un apparato. L’Alleanza per la Germania -appoggiata dai Cristiano democratici dell’Ovest- vuole la riunificazione subito, in base all’articolo 23 della Costituzione federale. Anche i socialdemocratici sono per la riunificazione, ma chiedono tempi piu’ lunghi. Qualche sorpresa potrebbe venire anche dal PDS, i post comunisti. Possono contare ancora su una forte rete di clientele ,ma anche su chi ha paura di perdere lo stato sociale. Per garantire  la trasparenza,sta lavorando la Commissione elettorale voluta  dalla Tavola rotonda, i gruppi  del dissenso. E gia’ ci sono le prime proteste, perche’, per queste elezioni , sono stati spesi troppi marchi occidentali. La Commissione   annuncia anche  nuovi controlli.  Teme che gli uomini della Stasi possano avere piu’ documenti, quindi piu’ certificati elettorali, e che quindi possano votare piu’ volte.  Berlin 18.3.90 Da un’ora e mezza si sono chiuse le urne. Dal Palazzo della Repubblica, le prime cifre.Sono dati ancora provvisori,ma oggi avrebbe  votato tra il 70e l’ 85 per cento dei cittadini, una media analoga a quella delle ultime  politiche della Repubblica Federale. Un primo sondaggio su un campione di tredicimila persone:
     Alleanza per la Germania  -la lista dei tre partiti conservatori appoggiata dai Cristiano democratici dell’Ovest- avrebbe piu’ del 50 per cento. L’SPD – i socialdemocratici- il 22 per cento.
    Il PDS -il nuovo partito comunista- il 14.
    I liberali il 6.
    Subito i primi commenti.
    Il primo ministro Modrow torna a sorridere dopo mesi. Gregor Ghisy, il segretario del PDS , dice di non credere ai sondaggi. Meckel, uno dei fondatori  dell’SPD dell’Est,dice che, se questi dati sono attendibili, il suo partito deve accettare la sconfitta. Un cristiano democratico bavarese ha le lacrime agli occhi.
    Wolfgang Bergofer, ex sindaco di Dresda, uno degli uomini migliori del rinnovamento tedesco, uscito dal PDS;  afferma che se i Cristiano democratici hanno vinto, e’ perche’ sono stati i piu’ chiari. E’ bastata poco piu’ di un’ora e mezza per capire dove vuole andare la Germania Est.
    Cerca di prendere al volo il treno della riunificazione del Cancelliere Kohl. E lo ha fatto senza far rumore. Riuscendo anche a sfuggire ai sondaggi, alle previsioni della vigilia.Cosi’ come ,all’improvviso, senza far rumore, aveva fatto crollare il Muro. Ha vinto l’Alleanza per la Germania, la lista dei tre partiti conservatori  sostenuta dall’Ovest .Probabilmente ha vinto il marco di Bonn. Il vecchio primo ministro Hans Modrow, che dopo il Muro aveva aperto alle opposizioni, ed e’ riuscito a portare questa Germania al voto, e’ meno teso.E’ la prima volta, in questi mesi difficilissimi. Adesso, dopo quarant’anni di monopolio comunista, il PDS e’ all’opposizione. Ma, dopo la rivoluzione senza sangue che l’ha travolto, non e’ scomparso Diffiicle capire dove finiscano i voti delle clientele, e dove comincino quelli per Ghisy, che sta provando a buttare via la corruzione ,l’ingiustizia, lo stalinismo.  E  all’opposizione ci sono anche   quei movimenti che erano stati un’avanguardia nella rivoluzione di novembre.
    Demokratie jezt, News Forum, continuano ad essere contro.  (Daniela Morandini, berlino 18 marzo 1990)

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