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    Cari ragazzi…

    Nella scorsa settimana due scolaresche, di Foligno e Assisi, hanno fatto visita in carcere ai detenuti del carcere di Spoleto. E inauguro la pagina di questo maggio con la lettera che gli ergastolani di quel carcere hanno scritto ai ragazzi. Una lettera accompagnata dall’invio, dalle sbarre, del loro “migliore sorriso”… Cari ragazzi, dunque….

    “Cari ragazzi, ringraziamo voi e i vostri insegnanti per la visita che ci avete fatto. Molti di noi non vedevano dei bei visi così giovani e così tanti ragazzi da dieci, venti e, in alcuni casi, da trent’anni. I vostri sorrisi hanno illuminato un po’ i nostri cuori alla vita e alla speranza che forse un giorno grazie anche a voi il mondo sarà un po’ migliore di adesso. Non vi nascondiamo che quando ci hanno detto della vostra visita molti di noi avevano paura di incontrarvi. Eravamo convinti che con tutte le cose brutte che leggete nei giornali e che sentite di noi alla televisione ci avreste guardato come dei mostri, perché nel mondo dei liberi ci vedono come ci vogliono vedere: colpevoli e cattivi per sempre. Invece è stato bellissimo avere i vostri occhi addosso perché ci avete guardato come esseri umani e per molti di noi questo non succedeva  da tanto tempo. (…)

    Cari ragazzi, raccontate questo incontro con noi “cattivi” ai vostri amici e amiche e dite che la pena, qualsiasi pena, deve servire a migliorare e non a distruggere chi la subisce. E poi domandate loro come fa una pena che non finisce mai a migliorare una persona?

    Dite ai vostri genitori che quando la società perdona un “cattivo” questo si sente veramente sconfitto. Al contrario, quando lo odiano, lo trattano male come una belva chiusa in una gabbia e non gli dicono quando finirà la sua pena, questo si sentirà più forte, invincibile e migliore degli altri che lo tengono murato vivo per tutta la vita.

    Cari ragazzi,  dite alle persone che incontrate che i “cattivi” cambiano e migliorano di più quando sono perdonati e amati dalla società che non quando sono abbandonati a se stessi, perché il male non porta mai al bene,  anche quando è commesso in nome della giustizia.

    Cari ragazzi, venite presto a trovarci di nuovo o invitate ufficialmente qualcuno di noi a venire a parlare nelle vostre scuole. E cercate di realizzare i vostri sogni, anche quelli che non abbiamo potuto realizzare noi alla vostra età.

    Gli ergastolani in lotta per la vita di Spoleto v’inviano fra le sbarre il loro migliore sorriso.

    Carcere Spoleto,  aprile 2012

     

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