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    Contro la guerra, una preghiera nera

    Un invito.  Stabat mater furiosa, di  Jean-Pier Simeon, interpretato da Marinella Manicardi. L’appuntamento è al Teatro Testoni di Casalecchio di Reno, (Bologna), l’11 febbraio, alle 21. 

    Che Marinella Manicardi presenta così:  un’orazione laica contro i signori della guerra, quella che Jean-Pier Simeon affida a una donna, madre, figlia, sorella, amante.  Si chiama Kim, Ingrid, Tania, Juliette o Amina, non ha importanza. Vive in un paese di sabbia calda, in Libano, o tra le rocce fredde del Nord, non ha importanza, ovunque c’è una guerra, ovunque i signori della guerra parlano con armi e violenza, come fossero le uniche parole che l’umanità possiede. Una preghiera nera, una magia nera, una formula magica che liberi il mondo dalla presenza dei signori della guerra: questo promette la Mater Furiosa, che non vuole sottomettersi al linguaggio dell’odio. Testo poetico prima che teatrale, ma testo pensato perché prenda corpo in teatro. Come molti autori francesi contemporanei Simeon porta in scena la guerra, le sue regole asettiche e le conseguenze devastanti, perché non basta finire la guerra, d’occupazione o di difesa, intelligente o sporca che sia, perché il demone che l’ha guidata si disciolga. Occorre ripensare il rapporto con i figli, con la malattia, con la debolezza per  sfuggire alla cecità di un gesto che uccide. E Simeon conclude la sua preghiera con un sogno, utopico certo, ma di sogni forse e di poesia, anche,  abbiamo bisogno.

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