Che cosa pensa una farfalla.
“Molti amano gli animali,/ c’è chi ama il cane/ c’è chi ama i cavalli / c’è chi ama i gatti/ c’è perfino chi ama gli asini/ io amo le farfalle.// Che cosa pensa una farfalla?/ Quando, dopo essere stata costretta a strisciare,/ si mette a volare? // Che cosa pensa una farfalla?/ Quando, dopo essere stato brutta e sformata, bella è diventata?/ Che cosa pensa una farfalla?// Che cosa pensa una farfalla?/ Forse non può pensare / può solo volare. / Forse non può pensare / perché non si può ammirare / non può dire sono bella / come una stella / non può dire ora so ballare, / volare, danzare,/ prima potevo solo strisciare. // Che cosa pensa una farfalla?
Io non so volare / ballare, danzare, / non so neppure camminare./ Un giorno mi sveglierò / e ballare potrò, / come una farfalla danzerò / e allora saprò / cosa pensa una farfalla.
Poesia di Mara, che adesso non c’è più… raccolta, insieme a tante altre poesie scritte dai ragazzi disabili incontrati nella sua vita nella scuola e per la scuola, da Giovanna Cantoni, che è stata Ispettore della Pubblica Istruzione, e da sempre si è occupata dei ragazzi disabili e della loro vita nelle scuole. Storia di Mara, e delle sue poesie leggere… forse insegnano che quando si è giovani si spera sempre, comunque e nonostante tutto, che i sogni e i desideri non muoiono…cosa che noi adulti troppo spesso dimentichiamo. Storia di Mara, che adesso non c’è più, e che chi l’ha conosciuta ricorda quanto era innamorata della vita… nonostante tutto... Questa poesiaè tratta dal suo diario, diario segreto che la mamma hatrovato alcuni mesi dopo la sua morte… un diario zeppo zeppo di appunti, ritagli di giornali, foto dei suoi eroi, poesie dei suoi poeti preferiti, e poesie che le componeva… varrebbe la pena di leggerle tutte… Storia di Mara, e di tanti altri ancora, da leggere in filigrana, nella trasparenza delle righe delle loro poesie. Tutte raccolte nel libro di Giovanna Cantoni, Poesie dalle scuole, Alberto Perdisa Editore.
e da Roberto Papetti, mastro giocattolaio, ci arriva questo segnavento… che sa di acqua, di aria, di vento e di terra, terra preziosa come uno scrigno di schegge di conchiglie… Grazie a Papetti che sa… Sa come giocare e far vivere i pensieri e i sogni che compongono la vita che cresce. Perché è nel suo laboratorio, ci ha confidato, che entra il mondo… così, quasi distrattamente, camuffato da piccole cose di tutti i giorni… pezzi di legno, tappi, biglie, bottiglie, fili di spago, mulinelli d’acqua, ali di vento. E lì insegna ai bambini, ma anche a chiunque lo voglia, come riappropriarsi del mondo, riscrivendolo in piccoli -grandi giochi e giocattoli da restituire alla vita. Favole? Niente affatto. Guardate bene questo pesce. Guizzato fuori dall’acqua per indicare la via. Seguitemi, dice, … e seguite, seguite la voce del vento… arriva fin laggiù, vedete? , sul confine della linea dell’orizzonte, nel punto in cui quel promontorio si tuffa nel mare… ci vedremo lì, questa sera… se vorrete ascoltare, le storie, che per voi, ho raccolto nel mare….
“Caro diario, quando arrivasti eri un regalo come gli altri, non mi aspettavo da te nessun tipo di consolazione. Eri una delle tante cose che chi viene in visita a mia madre porta a me. No! Tu da subito fosti addirittura di meno: un pacchettino colorato nella borsa della signora Eloisa. Un libro, pensai contento quando ti vidi, un libro d’avventura magari, sperai, temendo come al solito, con una parte di me, che tu fossi semplicemente una scatola di biscotti. E invece eri ancora di meno. Eri un quaderno vuoto”.
Confetto Basiliano (o dell’arte medieval-contemporanea).