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    Aufviedersen (verso dove?)

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    Salutando Berlino, vent’anni dopo, vent’anni fa…

    Schonefeld, l'aeroporto di Berlino est,  da dove la vecchia nomenclatura partiva per Mosca. I voli da Tegel, all'Ovest, sono tutti pieni. Nevica. I due soldatini armati alzano la sbarra e accennano un saluto militare. Vecchia abitudine. Nessun controllo. Il rigore delle loro divise prussiane adesso  stride con le loro facce. Avranno vent'anni. Sono belli. Passiamo dalla  sala d'aspetto. Le pareti verdine, i  lampadari metallici, le poltroncine anni cinquanta. Qualche mosaico con le tessere staccate. Tutti colorini stinti,grigini, che fino a poco tempo fa cercavano di darsi un tono. Moderno, solido,socialista. Dall'Ovest hanno appena scaricato  una  macchinetta automatica per la Coca Cola e uno striscione rosso: Frohliche Weihnachten und ein Gutes Neues Jahr, felice Natale e buon anno nuovo. L'aereo e' c'e' gia'. E' un vecchio Tupolev, dell'Aeroflot, la compagnia di bandiera sovietica. Tra pochi secondi si torna in Occidente. Aufviedersen".  Daniela Morandini, Berlino 1989 Appunti

    Verso dove? – 18

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    Premessa. Invito alla lettura di Cosa resta, di Christa Wolf (ed e/o). Il racconto della giornata di una donna sorvegliata dalla Stasi. Cento pagine come un lungo sospiro senza pause. Per quel che resta, quel che restava di tutto ciò in cui la scrittrice tedesca ha creduto. Prima di proseguire, con la cronaca di quei giorni, di dicembre di venti anni fa. Esattamente il 19 dicembre. Dal taccuino di Daniela Morandini.

    Berlin 19.11 .89

    La STASI non c’e’ piu’. I suoi duemila dipendenti da questa mattina devono cambiare mestiere. La decisione ufficiale del governo Modrow poco fa,  alla tavola rotonda con i gruppi dell’opposizione. Perche’ questa, la settimana scorsa, era stata una delle prime richieste di Neues Forum, Demokratie Jezt, Verdi, SPD, Sinistra Unita. La STASI, ufficialmente il ministero per la sicurezza nazionale. In realta’, la piu’ grande rete di spionaggio della Germania Orientale, fino a poco tempo fa il feudo assoluto di Erich Milke, ottantadue anni,  adesso in carcere per abuso di potere e corruzione. Una struttura rigidissima di stampo sovietico. I  suoi uomini facevano paura, infiltrati dappertutto, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle case. Anche un portiere poteva essere una spia del regime. E adesso, mentre la tavola rotonda continua, i sindacati della DDR  chiedono che sia riconosciuto il diritto di sciopero. E nelle edicole, esce il Neues Deuchland – l’organo della SEDPDS-  con una nuova testata:  “Proletari di tutto il mondo unitevi “, la vecchia frase marxiana, da anni stampata in prima pagina,  ora non c’e’ piu’.

    Appuntamento

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    Per il Diritto alla Rete. Mercoledì 23 dicembre a Roma, in piazza del Popolo, dalle 17 alle 19. Sdraiarsi in terra in silenzio per un minuto. Poi disegnare col gessetto la sagoma del proprio corpo e scrivere dentro il nome del proprio blog. Portare dei bavagli bianchi. Lo slogan sarà “Libera Rete in libero Stato“. L’iniziativa è promossa da Diritto alla Rete e dall’Istituto per le politiche dell’Innovazione.  La forza del messaggio sta nel silenzio. Nessuno può interpretare, manipolare, provocare. Tanti corpi fermi a terra: il popolo della Rete in piazza del Popolo. Da un’idea di Enzo di Frenna

    Verso dove? -17

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    Passo dopo passo. Si va avanti. A Berlino, venti anni fa… Ancora qualche appunto.

    17.11 .89 Berlin –Applausi  per Ghisy, ma anche per la DDR  che cerca di cambiare. Ghisy promette l’abolizione del Consiglio di Stato e l’elezione di un presidente. Una ripresa economica che si veda subito. Perche’ nei negozi di frutta e di verdura  non si possano piu’ comprare solo le mele. Parla di un servizio di leva piu’ breve e di cambiare l’immagine militare. Basta con i cupi ricordi prussiani. Vuole un partito pulito, una DDR autonoma,  ma che sappia trattare con la Repubblica Federale. E intanto, poco lontano,  nella chiesa di san Nikolay, a Posdam, il primo ministro Modrow, incontra Von Veizecher, il presidente della Repubblica Federale. Sempre a Berlino Est, il nuovo segretario De Maiziere, promette una CDU  cristiana, democratica, popolare, non socialista. A Lipsia, il congresso di Iniziativa Democratica, cerca un socialismo umano, verde, ma sembra anche che si lasci corteggiare dai partiti dell’Ovest. Ancora dall’opposizione, Neues Forum, Sinistra Unita, e Demokratie Jezt, hanno deciso di scendere in piazza contro la riunificazione, quando il cancelliere Kohl sara’ a Dresda. Domattina la tavola rotonda con la SEDPDS. La prima decisione sara’ l’abolizione dei servizi segreti del vecchio regime, la Stasi. Un nome che qui, fa ancora paura.

    Pensiero di dicembre

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    Un pensiero, a proposito di rete, di controlli, di censure… guardandosi un pò intorno… una frase Ludwig Boerne, scrittore, giornalista tedesco, a cavallo fra il ‘700 e l’800.

    “I governi che sopprimono la libertà di parola, fanno come quei bambini che chiudono gli occhi per non farsi vedere”…

    Verso dove? -16

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    Continuando. Ripercorrendo. Quei giorni. Ancora ospitando Daniela.

    16.12 berlin

    Sabato scorso gli avevano regalato una scopa. Per buttare via la corruzione, l’ingiustizia, lo stalinismo.
    Adesso Ghisy, il nuovo segretario della SED, dovra’ dimostrare quello che e’ riuscito a fare in sette giorni.
    Il suo partito, il vecchio partito dell’Unita’ Socialista Ted esca, oggi dovrebbe cambiare nome, statuto, tutto.
    I suoi duemilasettecento delegati hanno lavorato senza fermarsi mai.
    Sul Neues Deuchland – l’organo della SED-  escono le proposte per la trasparenza, di cittadini, di  intellettuali, di politici. Mentre sulla Taz – quotidiano indipendente di Berlino Ovest-  continua il concorso, lanciato per gioco, per cambiare il nome alla SED. E c’e’ gia’ chi,sorridendo, suggerisce di cambiare nome anche alle ferrovie dello stato… Primo premio, un week-end a Wendliz, il quartiere di lusso dei vecchi uomini del Comitato Centrale. Perche’ adesso quei vecchi leader sono tutti in carcere.

    Verso dove? -15

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    Ancora cronache dal tempo di venti anni fa. Appunti, impressionisti, di Daniela Morandini. Quasi ieri..

    15.12.89 Berlin

    Basta con le spaccature. Ora bisogna andare avanti. Le chiese di Lipsia chiedono che quella di lunedi’ sia l’ultima manifestazione. In piazza, alle sei e un quarto, una catena umana per la democrazia. In mano solo candele. Alle sei e mezza suoneranno le campane. Poi si deve ricominciare, perche’ la DDR cambia.
    Lunedi’ potrebbe essere sciolta la Stasi, la famigerata polizia segreta del vecchio regime. Lo ha detto Meyer, portavoce del governo. La decisione del consiglio dei ministri sara’ data ufficialmente lunedi’, alla tavola rotonda con i gruppi dell’opposizione. Perche’ erano stati proprio  loro (Demokratie Jezt, Neues Forum, Verdi, Sinistra Unita) a chiedere lo scioglimento di quello che ufficialmente era il Ministero per la Sicurezza Nazionale. In pratica era la piu’ grande rete di spionaggio della Germania Orientale.

    A Glimpse of Roma … dall’altra riva…

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    Ancora da uno sguardo di Eyal Baruk , il quadro che ha ispirato il racconto che segue…

    La prima volta la vidi comparire che ancora la primavera non era arrivata. E avrebbe tardato più del previsto. Nonostante, se non mi sbaglio, fosse già la fine di marzo. Una primavera stizzosa, lo scorso anno. Persino con punte di gelo. A tormentare le mie povere ossa gonfie d’umido. Con troppe giornate piene di pioggia. A ingigantire la voce del fiume, che continuamente continuamente borbotta parole per non lasciarmi tregua.

    Lei prese a venire tutti i giorni. Scendeva lungo la scala che veniva giù dal ponte, faceva poche decine di passi e poi si fermava all’altezza del punto in cui l’acqua del fiume urla più forte, fa un breve salto, e poi riprende a scorrere piana dopo essersi arruffata in una striscia schiumosa. (foto di Eyal Baruk)

    Verso dove? – 14

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    Dunque venti anni fa, all’ombra del muro in frantumi…

    13.12.89 Berlin

    Berlino sembra non fermarsi mai. Partito Baker, il ministro degli esteri americano, il  borgomastro di Berlino Ovest, Momper, e’ andato da Hans Modrow, il primo ministro della DDR: E’ la prima volta dal dopoguerra che due protagonisti delle due Berlino si incontrano al di la’ della porta del Brandeburgo, il simbolo della divisione. Poca ideologia. Insieme, hanno problemi pratici da risolvere. I trasporti, i telefoni che all’Est non funzionano, le linee ferroviarie che devono essere potenziate prima di Natale. Insomma, le due citta’ cominciano a lavorare insieme. Si rivedranno a meta’ gennaio , e  questa volta sara’ Modrow ad andare a Berlino Ovest. Intanto l’ambasciatore sovietico  Berlino Est, Koscemassov,ha proposto ai tre alleati occidentali un regolare calendario di incontri.

    Angela…

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    Rileggendo, prima di riparlarne, nell’incontro di questa domenica, a Palestrina…

    "...Arrivarono infatti le note. Lente. Distanziate l’una dall’altra in tempi che non saprei dire. Ogni battito che dava sulla tastiera era il colpo dentro i confini di un punto nel quale sembrava concentrato l’infinito. Un tocco dietro l’altro, ad ogni nota, sembrava sforzarsi di sprofondare sempre più in fondo. Una nota dopo l’altra, come a cercare quella giusta che aprisse il passaggio verso latitudini sconfinate. Dove albergasse il centro del mondo. Fosse stato anche l’inferno. Erano suoni bellissimi. Non è stato facile ignorare quel pezzo di me che mi diceva: ma sì! perché non buttare tutto per aria, abbandonare ogni cosa, finalmente, e sprofondare anch’io lì dentro. A fare baccano, nel silenzio. Con lui. Il suono del pianoforte. Era per me la cosa più bella in questo mondo. Quel suono leggero che veniva dalla sua porta chiusa. Nei miei giorni con lui ha accompagnato ogni mio momento, i lavori in casa, le pause, le letture. Lo ricordo come ciò che sempre sapeva dare impeto e ritmo alle mie giornate. Ancora una volta, allora pensai, non potevo che essere, come sempre, dalla parte sua e della sua musica. Da qualunque parte fosse. Mi accostai alla porta. Restai ad ascoltare. Anche Micia si avvicinò, si acquattò sulle zampine e restò a guardarmi dilatando gli occhi come sanno fare i gatti quando un po’ s’inquietano, un po’ interrogano, senza però dire nulla. Poi il suo suonare divenne furioso. Come se l’avesse preso improvvisa un’immane incontrollabile voglia di distruzione."  ..da "Angela, Angela, angelo mio..." Stampalternativa