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    Ancora per Mario…

    autoritrattoIl pensiero di Vittorio da Rios, per mario…

    “Le parole di Francesca non possono che colpirci e commuoverci.ritengo che ben poco ci sia da aggiungere a quanto con passione, intelligenza, e umanità interpreta, descrive, fa proprio il pensiero e la storia di Mario Trudu. Che aggiungere a un cosi completo mosaico dedicato a Mario? Il pensiero mi corre a un altro grande sardo Gramsci.,questo piccolo uomo sofferente fin dalla infanzia nel fisico ma con un Cervello che Mussolini impedì di agire in libertà tale era la sua grandezza e dimensione planetaria. Annichilito dai lunghi anni del carcere dalle molte patologie che lo hanno colpito mai si arrese e con eroismo seppe tenersi in vita mantenere vivo e lucido quel cervello che il criminale potere fascista voleva non far funzionare Gramsci ha consegnato alla storia la sua opera “immortale” dalle lettere ai quaderni dal carcere. Struggente e cariche di amore le lettere indirizzate alla madre che amava intensamente e che molto aveva contribuito nel forgiare la sua ricchissima e mai doma personalità. Poco prima che la morte lo cogliesse a soli 46 anni da poco ritornato libero a Roma nella clinica Quisisana, sognava di riabbracciare la madre che non sapeva morta la moglie Giulia e i due bambini, Giuliano che non aveva mai visto e soprattutto ritornare nella sua Sardegna rivisitare i luoghi dove aveva trascorso l’infanzia. e che conservava un ricordo struggente. «Fino a qualche tempo fa io ero, per così dire, pessimista con l’intelligenza e ottimista con la volontà. Oggi non penso più così. Ciò non vuol dire che abbia deciso di arrendermi, per così dire. Ma significa che non vedo più nessuna uscita concreta e non posso più contare su nessuna riserva di forze». Anche Mario ha provato questo alla fine del suo interminabile calvario? E un Gramsci come avrebbe interpretato il 41 bis e l’ergastolo ostativo e più in generale il carcere come forma di espiazione di chi ha “commesso reati” e “rieducazione” fosse ora presente? Mi pare quasi una tragica “banalità” affermare l’inciviltà di tenere fino alla fine della sua esistenza un uomo in carcere e di negarli qualsiasi beneficio se non collabora con lo stato e la giustizia. Ma di quale Stato dobbiamo parlare? Di quello che non è stato in grado di proteggere un suo cittadino affinché non cadesse in tragedia? Quale colpa porta una creatura l’essere nato in un luogo anziché in un altro? Per quale arcano destino accade ciò? Domanda questa la cui complessità rigetta qualsiasi risposta razionale e definitiva .Ritorna immancabile alla memoria Berlin e il LEGNO STORTO, E L’ENORME DIFFICOLTÀ CHE NOI TUTTI ABBIAMO A RADDRIZZARLO. Mario e i molti altri Mario della storia hanno avuto la sventura di incrocialo questo LEGNO STORTO. Mi domando sempre più spesso alla luce di storie come quelle di Mario, di Claudio, di Carmelo e di tanti altri dopo studi letture approfondimenti, riflessioni, sul sistema penale italiano e sul paradigma che fino all’oggi costituisce il fare giustizia, e scrutando con lo sguardo alla realtà complessiva della nostra società sempre più istituzionalmente violenta, quanto ingiusta, dove il crimine più efferato, la produzione di armi per uccidere l’altro, è acconsentito per legge, con tutto il tragico business che ne deriva e le cifre sono vergognosamente impronunciabili 25-30 miliardi di Euro ogni anno. Dove tragga oggi questa ipotetica autorità priva di qualsiasi dignità etica e morale di tenere ancora in carcere delle creature umane. Aldilà della illegittimità anticostituzionale sia del 41 bis quanto dell’ergastolo ostativo.Ci sia di monito alle nostre scelleratezze istituzionali Calamandrei e l’urgenza di dare corso alla applicazione della nostra Costituzione. Solo applicando la Costituzione noi avremmo costruito con un impegno giornaliero costante poiché è cosa viva fatta di carne e sangue oltre che di articoli, lo stato di diritto. Occorre che noi tutti contribuiamo a costruire lo Stato Etico di grandi principi morali che sia presente come prevede l’articolo tre in ogni “piega della società”. E che lo Stato non sia come tragicamente oggi lo è, come il Dio descritto da Padre Davide Maria Turoldo. NON TU NON DEVI. No tu non devi essere onnipotente,Nessuno potrebbe dire come tu possa vedere un bimbo soffrire! O saresti la divina indifferenza? Né utile sei, o assoluta Pazzia! Inimmaginabile Spirito solo onnipotenza d’amare…All’ora il figlio sarà contro il padre, i fratelli contro i fratelli e gli amici… non ci saranno più amici, fine ognuno contro due contro tutti contro…Primo comandamento di tutti gli eserciti: Tu non avrai altra ragione all’infuori della ragione (impazzita) di colui che ti manda. i soldati devono solo uccidere ed essere uccisi.I soldati non sanno non devono sapere,è tolta loro la ragione.E voi non fate artigli delle vostre mani.Profetiche quanto attuali questi versi di Turoldo. Le armi uccidono e oggi più che soldati civili donne infanzia. Il nostro paese contribuisce a questo “CRIMINE”. Tutti ne siamo responsabili. E mai si discute a sufficienza di questa barbarie istituzionalizzata resa normale pratica produttiva e commerciale.Che Mario ci perdoni per l’ingiustizia subita.da questo “NON STATO”,e che il suo ricordo rimanga ben vivo in ognuno di noi. a. Quell’uomo e quella donna mai dobbiamo dimenticarcelo è te stesso la parte irrinunciabile di te e di noi tutti. Come ci ha insegnato padre Ernesto Balducci Un caro saluto. e sempre “su la testa” con dignità e forza anche nei momenti più bui e tragici come ci ricorda Don Andrea Gallo.

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