Recensioni

Al mio fantastico amico

Ancora una poesia, di uno dei ragazzi di Giovanna Cantoni. “Al mio fantastico amico”, ed è  stata scritta da Emilio. Il suo fantastico amico...

Nessuno resti a terra…

Da una riva di mare, appena appena più a nord, questo invito a navigare, e a imparare a farlo, anche quando si è uomini...

La baracca degli angeli

“Vorrei entrare in una sala piena di gente e vorrei che nessuno si accorgesse di me. Vorrei che la gente per strada non mi...

Pensiero di Natale…

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Vecchi da morire

A ridosso dell'anno che muore, un viaggio nel luogo dove i vecchi sono mandati a morire. Che non è, ahiloro, la montagna e l'albero...

Un mondo a parte

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Passioni…

"In quel che di più alto accoglie in sé lo spirito / sempre s'insinua più estranea materia. / Quando si giunge ai beni di...

Deserti…

Leggendo, di una mostra a Parigi. "Topografie di guerra". Architetture del conflitto. Come garritte. Come cicatrici. Come deserti. Cartografie, che indagano quel che resta....

Poesie dalle scuole

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Cosa pensa una farfalla

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Pensiero di fine agosto

Liberta', dunque, ancora.... "... Eppure la parola liberta' ha un'etimologia sorprendentemente diversa da questo coacervo di individualismo, sovranita', autonomia: viene dall'indoeuropeo leudho, che ha tra...

ah, libertà…

"Ah, libertà, libertà! Persino un vago accenno, persino una debole speranza che essa sia possibile dà le ali all'anima, non è vero?" Cecov, L'uomo...

Esperimenti…

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Fughe…

"Tea morì in una calda giornata d'agosto del 1970, dopo una lunga reclusione manicominale. Aveva 34 anni. Della sua morte i medici non seppero...

Una briciola e una damigiana

Un nuovo, delizioso incontro, a passeggio lungo la riva dove fioriscono i pensieri, che diventano racconti, che diventano poesia, di Piera Mattei. Nel suo...

Viaggiatori inattesi

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L'altra Riva

C’è sempre qualcuno che guarda da un’altra riva… E da quanti e quali punti di vista una storia può essere raccontata? Sguardi che non hanno nessuna presunzione d’oggettività, ma non per questo meno lontani dal vero. Anzi. Ascoltare, indagare le voci dell’altra riva, anche quando non pronunciate, è un modo per provare a rompere la gabbia che ci si stringe intorno quando il linguaggio quotidiano s’impoverisce: parole d’ordine, luoghi comuni che diventano luoghi di contenzione.

© Copyright - Francesca de Carolis

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